La Direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991 – la cosiddetta “direttiva nitrati” - concerne la protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti principalmente da fonti agricole.
La norma italiana di recepimento della Direttiva Nitrati è il Decreto Legislativo 11 maggio 1999 n. 152 e successivamente attraverso il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, articolo 92 e le Regioni italiane sono le Amministrazioni responsabili dell’attuazione degli obblighi della Direttiva Nitrati.
Allo scopo di proteggere le acque dall’inquinamento causato dai nitrati di origine agricola gli Stati Membri dell’UE sono tenuti ad attivare programmi di monitoraggio delle acque, con scadenze e tempistiche precise, su tutto il territorio nazionale. Sulla base dei dati di monitoraggio, ai sensi dell’articolo 3 della Direttiva Nitrati, gli Stati Membri devono designare le Zone Vulnerabili ai Nitrati (di seguito ZVN), corrispondenti alle porzioni di territorio che drenano verso le acque inquinate da nitrati o affette da eutrofizzazione o che potrebbero divenire inquinate, se non si interviene. Nelle ZVN devono essere definiti e attuati i Programmi d'Azione (di seguito PdA), ovvero una serie di misure che gli agricoltori sono obbligati ad adottare nella gestione aziendale allo scopo di migliorare lo stato di qualità delle acque.
Sulla base delle relazioni trasmesse, la CE è tenuta a pubblicare ai sensi dell’Art. 11 della Direttiva Nitrati il “Report from the Commission to the Council and the European Parliament on the implementation of Council Directive 91/676/EEC concerning the protection of waters against pollution caused by nitrates from agricultural sources based on Member State reports”. Tale “Report” costituisce la base conoscitiva per la verifica di conformità da parte della Commissione europea rispetto all’attuazione della direttiva nitrati sul territorio europeo.
La relazione da redigere, ogni 4 anni, ai sensi dell’articolo Art. 10 della Direttiva Nitrati, nonché l’elaborazione dei dati trasmessi dalle Regioni (in collaborazione con le ARPA), sono in capo all’ISPRA, con il coordinamento del MATTM e del MIPAAF, quest’ultimo per quanto attiene ai dati che riguardano l’agricoltura.
In Campania con Deliberazione di Giunta Regionale della Campania n. 762 del 05.12.2017 è stata approvata la nuova delimitazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVNOA) e con Delibera di Giunta Regionale n. 585 del 16.12.2020 della Direzione Generale delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e della Direzione Generale della Difesa del Suolo e dell’Ecosistema è stata approvata la “Disciplina per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque reflue e digestati e programma d’azione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola” che fissa i criteri e le norme tecniche generali per l'utilizzazione agronomica di effluenti di allevamento, acque reflue e digestati, al fine di consentire alle sostanze nutritive ed ammendanti in essi contenute di svolgere un ruolo utile al suolo agricolo, realizzando un effetto concimante, ammendante, irriguo, fertirriguo o correttivo sul terreno oggetto di utilizzazione agronomica, in conformità ai fabbisogni quantitativi e temporali delle colture, nel rispetto dell’ambiente e della salute