Gli individui raccolti vengono identificati a livello di specie, contati, misurati in lunghezza (dal capo all’estremità della pinna caudale) e peso, ed infine liberati nuovamente in acqua avendo cura di limitare al massimo dei danneggiamenti.
L’indice utilizzato per lo studio della comunità ittica è il NISECI ( Nuovo indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche) elaborato sulla base dell’esperienza di applicazione dell’Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche (ISECI), a sua volta individuato dal D.M. 260/2010, in applicazione del D.Lgs 152/2006, come metodo ufficiale per l’analisi della componente ittica nella classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali e oggetto di un processo di validazione nazionale e di intercalibrazione a scala europea che ha portato ad individuare la necessità di una serie di integrazioni e di modifiche all’ISECI, tali da determinare la necessita di ridefinire la metodica stessa.
In analogia all’ISECI, il NISECI utilizza come principali criteri per la valutazione dello stato ecologico di un corso d’acqua, la naturalità della comunità ittica registrata (intesa come completezza della composizione in specie indigene attese in relazione al quadro zoogeografico ed ecologico) e la condizione biologica delle popolazioni presenti (quantificata positivamente per le specie indigene attese e negativamente per le aliene), in termini di abbondanza e struttura di popolazione tali da garantire la capacità di autoriprodursi ed avere normali dinamiche ecologico-evolutive.
I valori di stato ecologico, ai sensi della normativa europea, devono essere espressi sotto forma di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), ovvero il rapporto tra lo stato della comunità ittica osservata e quello della corrispondente comunità di riferimento. Calcolati quindi, i valori soglia di NISECI vengono definiti degli intervalli RQE di uguale ampiezza per ciascuna delle 5 classi previste.
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