Pertanto, a partire da tale data, ARPAC ha collaborato in maniera fattiva e continuativa per dare il proprio contributo tecnico sia nelle istruttorie per i procedimenti penali in fase preliminare sia nelle istruttorie per i procedimenti penali in fase di giudizio, per i procedimenti civili e le procedure amministrative extra-giudiziarie a supporto ad ISPRA.
In concreto, ARPAC raccoglie le informazioni a disposizione nel territorio derivanti dai propri compiti istituzionali (esiti di monitoraggi, sopralluoghi, attività istruttorie, ecc…) ed elabora un documento funzionale all’individuazione dell’eventuale sussistenza di profili di danno ambientale o di minaccia imminente di danno.
Matrici coinvolte
Le tipologie di “deterioramento” che danno luogo ad un danno, con riferimento alla modificazione alle condizioni originarie, vengono valutate nei confronti di specifici comparti ambientali, in particolare:
• specie e habitat naturali protetti dalla L. 157/1992 e dal D.P.R. 357/97 e aree naturali protette dalla L. 394/1991;
• acque interne, mediante azioni che incidano in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo o sul potenziale ecologico delle acque definiti nella direttiva 2000/60 oppure sullo stato ambientale delle acque marine definito nella direttiva 2008/56;
• terreno (mediante qualsiasi contaminazione che crei un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana a seguito dell’introduzione di sostanze, preparati, organismi, ecc…).
La definizione di danno ambientale è quindi limitata alle componenti naturalistiche sopra descritte e non si riferisce ad elementi quali paesaggio ed atmosfera.
Nascondi