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Acque uso umano

Acque uso umano

I Laboratori Acque Uso Umano di ARPA Campania eseguono controlli sulle matrici

Acque destinate al consumo umano
Acque di piscina
Acque minerali e termali

L’acqua è un bene insostituibile, fondamento della vita e principale costituente degli ecosistemi e del corpo umano; ricoprendo circa il 70% della superficie terreste risulta essere la sostanza  più comune e diffusa nell’ambiente.

Acque destinate al consumo umano

 La definizione di “acque destinate al consumo umano” supera il concetto di acqua “potabile” a cui comunemente si fa riferimento; essa, infatti,  racchiude non solo l’acqua da bere, ma anche le acque per la preparazione di cibi e bevande o per altri usi domestici, nonché le acque utilizzate in un’impresa alimentare.

Sono definite all’art. Leggi tutto

2 del  Dlgs 31/2001 come  “ le acque trattate o non trattate, destinate all'uso potabile, per la preparazione dei cibi e delle bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o contenitori ; le acque utilizzate in una impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l'immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano”.

I principali requisiti delle acque destinate al consumo umano sono la salubrità e la pulizia: esse non devono contenere agenti microbiologici né chimici in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute; allo stesso tempo devono possedere specifiche caratteristiche organolettiche, chimiche e fisiche.

Queste caratteristiche, presenti fin dall’origine, identificano la qualità delle acque che dovrà essere salvaguardata durante la distribuzione mediante controllo delle fonti di approvvigionamento e specifiche modalità di raccolta e trasporto.

Il Decreto Legislativo n.  31/2001 e s.m.i. disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano ai fini della loro tutela igienico – sanitaria, fissando i requisiti che ne assicurano la salubrità e la pulizia.

 L’entrata in vigore del  DM 14 giugno 2017 ,  che ha modificato gli Allegati II e III  del DLgs 31/2001  , ha determinato  un importante cambiamento  in materia  di acque potabili introducendo  una valutazione preventiva del rischio che sarà effettuata    tenendo conto delle caratteristiche e delle problematiche specifiche di ogni territorio. Lo scopo è di  prevenire eventuali episodi di contaminazione piuttosto che intervenire, a posteriori, su problematiche di inquinamento delle acque. Il nuovo PSA (Piano di Sicurezza dell’Acqua), introdotto formalmente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009, è adottato in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità,

  I controlli ufficiali  sulle acque destinate al consumo umano sono di competenza delle Aziende Sanitarie Locali . I Laboratori di ARPA Campania svolgono supporto tecnico- analitico alle ASL. eseguendo le analisi chimiche e  microbiologiche   sui campioni prelevati dalle ASL  per verificare la conformità o meno dei parametri  ai valori fissati  dalla normativa.

I Dipartimenti di Prevenzione assicurano il controllo  attraverso il  Personale Ispettivo   delle UOSD di Prevenzione Collettiva territoriali  in  base a programmi di monitoraggio che stabiliscono i punti di prelievo e le frequenze di campionamento. Nel Piano dei Controlli Regionale Pluriennale  vengono definiti  i piani di monitoraggio ed il numero dei campioni da effettuare; in dettaglio i piani riguardano: le  acque destinate al consumo umano ( prelevate alle  fonti di approvvigionamento come sorgenti,  pozzi , serbatoi , nelle reti di distribuzione  fino ai  punti di consegna per  il consumo); acque potabili imbottigliate in fase di produzione e di commercializzazione; acque potabili utilizzate negli stabilimenti di trasformazione alimenti, acque potabili trattate e somministrate negli esercizi, acqua trattata erogata da distributori da banco, acqua trattata erogata dalle casette d’acqua.

Le attività analitiche sono eseguite dal Laboratorio al max entro le 24 ore successive al campionamento.

 Gli esiti analitici vengono trasmessi dai Laboratori di ARPAC alle ASL committenti a cui spetta l’attribuzione del giudizio di idoneità al consumo  umano .Qualora sia riscontrata, nel corso delle analisi, la non conformità di uno o più parametri rispetto  ai valori limite previsti dalla normativa vigente, il Laboratorio comunica la non conformità allertando tramite PEC il Dipartimento di Prevenzione e la UOSD committente,  al fine dell’immediata adozione dei provvedimenti correttivi.  Qualora dall’analisi emerga, a giudizio delle ASL, un potenziale rischio per la salute del consumatore, vengono coinvolti gli Enti gestori perché pongano rimedio all’anomalia, sino ai casi più gravi in cui il Sindaco può emettere un’ordinanza di divieto d’uso.

I laboratori Acque Uso Umano sono accreditati dall’Organismo indipendente ACCREDIA ai sensi della Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018  .

Le analisi sono eseguite utilizzando Metodi Ufficiali assicurando il rispetto delle caratteristiche di prestazione richieste.

Sono effettuate attività analitiche di controllo anche su richiesta dell’Autorità giudiziaria.

Acque di Piscina

 Secondo l’Accordo Stato Regioni del 16/01/2003 “  Si definisce piscina un complesso attrezzato per la balneazione che comporti la presenza di uno o più bacini artificiali utilizzati per le attività ricreative, formative, sportive e terapeutiche esercitate nell' acqua contenuta nei bacini stessi.

L’analisi delle acque  di  piscina è previsto dall’ordinamento italiano al fine della tutela igienico-sanitaria e della  sicurezza degli utilizzatori. Sono presenti, infatti, rischi di natura chimica, determinati dall’esposizione a sostanze chimiche presenti nell’acqua di piscina, che possono essere inalate o assorbite per contatto cutaneo e rischi di natura microbiologica,  determinati dall’esposizione ad agenti microbici presenti nell’acqua .

 La normativa di riferimento per i controlli e le analisi delle acque delle piscine è l’Accordo della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano di  16 gennaio 2003.

I controlli si distinguono in controlli interni , di competenza del responsabile della gestione della piscina e in  controlli esterni , di competenza dell’ASL con il supporto tecnico – analitico dei laboratori di ARPA Campania.

Controlli Interni

Ogni piscina deve essere dotata di un piano di autocontrollo che, mediante analisi e monitoraggio dei processi e dei punti critici, assicuri il costante rispetto delle condizioni richieste e consenta l’attuazione degli interventi correttivi previsti in modo rapido ed efficace.

Il responsabile della piscina deve mantenere costantemente aggiornata la

documentazione e le registrazioni delle attività compiute in applicazione del piano di

autocontrollo.

Controlli Esterni

I controlli esterni competono al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale che procede all’esecuzione di ispezioni, verifiche documentali, misurazioni strumentali e prelievi di campioni che saranno analizzati dai Laboratori di ARPAC , secondo piani di controllo predisposti tenendo conto delle indicazioni programmatiche regionali e delle situazioni locali. I controlli esterni sono altresì eseguiti discrezionalmente sulla base di evidenze o segnalazioni di potenziale rischio per l’utenza.

Prelievo ed Analisi di Campioni di Acque di Piscina

Considerato che la deteriorabilità dei campioni per le analisi di laboratorio, finalizzate al controllo dei parametri stabiliti dalla normativa, non consente la revisione delle analisi, a cura dell’organo procedente è dato, anche oralmente, avviso al responsabile della piscina del giorno, dell’ora e del luogo dove le analisi verranno effettuate. L’interessato o persona di sua fiducia appositamente designata possono presenziare alle analisi, eventualmente con l’assistenza di un consulente tecnico. I punti di prelievo sono:

Acqua di approvvigionamento: campione da prelevarsi da apposito rubinetto posto su tubo di

adduzione

Acqua di immissione in vasca: campione da prelevarsi da rubinetto posto sulle tubazioni di

mandata alle singole vasche a valle degli impianti di trattamento

Acqua in vasca: campione da prelevarsi in qualsiasi punto in vasca

I  risultati analitici vengono trasmessi alle ASL ai fini dell’emissione del giudizio di idoneità o dell’eventuale adozione di misure correttive in caso di non conformità.

Acque minerali naturali

Secondo il Decreto Legislativo n.  176/2011”Sono considerate  acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute. Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi o altri costituenti ed, eventualmente, per taluni loro effetti.”

Le operazioni di vigilanza e controllo in materia igienico-sanitaria sono svolte dai Dipartimenti di Prevenzione . I prelievi vengono effettuati dalle ASL competenti per territorio  presso gli impianti di produzione presenti nel territorio regionale e secondo il Piano dei Controlli Regionale Pluriennale .

In dettaglio i piani di monitoraggio riguardano le Acque Minerali riconosciute in fase di produzione e le Acque minerali riconosciute in fase di commercializzazione all’ingrosso o al dettaglio. I laboratori di ARPA Campania  effettuano le determinazioni analitiche, sia chimiche che microbiologiche, verficando la conformità dei parametri ai requisiti descritti nel Decreto Legislativo n.176/2011 e nel Decreto Ministeriale 10/02/2015.

 Il giudizio di accettabilità è condizionato al non superamento dei limiti di legge . La non conformità rispetto a quanto dichiarato in etichetta non determina giudizio di “non accettabilità”, ma richiede controlli più frequenti  per verificare se la modifica è occasionale o se c’è un’evoluzione di composizione che possa giustificare variazione della concentrazione   dei parametri riportati in etichetta. In questo caso, si dovrà provvedere al rinnovo dell’etichetta, così come previsto dalla Circolare del Ministero della Sanità 19/1993, ("....persistendo la modifica della composizione analitica dell'acqua minerale, si dovrà provvedere, in caso di imbottigliamento e con i tempi tecnici necessari, alla modifica dell'etichetta").Per la vigilanza sull’utilizzazione e il commercio delle acque minerali e di sorgente si osservano, in quanto compatibili, le norme vigenti in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande.

Controlli straordinari sulle Acque minerali imbottigliate : sono per la maggioranza  quelli effettuati in seguito alle anomalie riscontrate sulle acque da parte dei consumatori , che segnalano e consegnano i campioni ai vari organi di controllo e vigilanza. Le confezioni che mostrano evidenti anomalie (cattivo odore e sapore, presenza di materiale estraneo o altro) sono presentate ai laboratori dai NAS, dai  Carabinieri e dalle ASL. Questa attività  determina impegni non trascurabili da parte delle strutture pubbliche di controllo in quanto oltre alle esecuzioni delle analisi, i Reperti richiedono convocazione della Parte all’apertura campione e stesura di dettagliata relazione a per l’Autorità Giudiziaria committente.

ARPAC analizza annualmente circa 13000 campioni di acque destinate al consumo umano , 650 campioni di piscina e 350 campioni di acque minerali.

Le Non Conformità ai limiti di legge rilevate annualmente da ARPAC sui campioni di Acque destinate al consumo umano si attesta su circa il 3% dei campioni analizzati, in linea con la media nazionale per tale attività di controllo.

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Validazione del metodo Colilert-18/Quanti-Tray®  , secondo la norma internazionale UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, per la ricerca dei Batteri Coliformi a 37°C e di Escherichia coli   in campioni di  acque destinate al consumo umano . Tramparulo M, *Rea M, *Ciampi B, *Pressano A, Zanichelli C, Aquila MG**, Tucci C,  ***Aliberti F. ARPAC – Dipartimento Provinciale di Napoli – Dir. dott. N. Adamo *DTP -  U.O. Acque Uso Umano – Responsabile dott. C. Tucci ** Referente SGQ – Dip. Prov. NA *** Dipartimento delle Scienze Biologiche, Sezione Fisiologia ed Igiene,  Università degli Studi   Federico II , Napoli  Rivista: LABORATORIO 2000 – La rivista del ricercatore chimico e biologico. N.9 Dicembre 2012

Studio Comparativo tra metodo Enterolert DW Quanti-Tray e il metodo per filtrazione su membrana UNI EN ISO 7899-2:2003 per l’enumerazione di Enterococchi intestinali in acque destinate al consumo umano  . M Rea, S. Rea, A. Pressano, B. Ciampi, C. Tucci, M. Tammaro, M. Guida. Rivista ACQUA & ARIA – Tecnologia e servizi a 360° per l’ambiente: suolo – rifiuti-energia N.1 Febbraio/Marzo 2014